Storia

L’Eremo di Cetrella

Carmine e Ottavio Russo anacapresi di nascita e discendenti dell’ultimo eremita vissuto all’eremo dal 1870 al 1890, già collaboratori dei vecchi custodi Vacca dal 1946, con la morte dell’ultimo custode sono i responsabili dell’Eremo dal 1971 con nomina della prefettura di Napoli . L’eremo è situato su di un costone a sud. Tutto il complesso si trova in una piccola insenatura della roccia. L’eremo si sviluppa su due piani: a piano terra è situata la chiesa con il refettorio, la cucina con alcuni piccoli vani che venivano adibiti a cantine. Al primo piano, lungo un corridoio che conduce ad un terrazzo con pergolato di glicine,  abbiamo 4 piccole stanze che erano le celle dei frati. Da una di queste celle si accede ad un secondo terrazzo. Da queste si gode di una vista particolarmente suggestiva comprendente il versante caprese dell’isola: M. Grande, Monte Tiberio, M. Piccola con i Faraglioni. Inoltre la costiera sorrentina e, nelle giornate limpide anche il Golfo di Salerno e la costiera amalfitana. Avendo delle giornate con una speciale visibilità si può giungere a vedere i Monti interni del salernitano e tutta la costa verso il sud fino al Faro di Punta Licosa.

Il nome

Cetrella”: non sappiamo da cosa esattamente derivi questo nome ma sono accreditate due versioni. La prima, probabilmente  la più fondata, sostiene che derivi da una pianta della flora caprese: la cedronella. La seconda invece ipotizza che nel luogo ove oggi sorge la chiesa ci fosse un tempio dedicato alla dea Cetera.

 La Struttura

La chiesa è formata da due navate, entrambe con un altare. Il  primo,  adiacente all’ingresso, è il principale ed è dedicato alla Beata Vergine Maria. Questo altare è in marmo e fu fatto fare dall’eremita. Nella parte superiore vi è una nicchia in cui è alloggiata la statua della Vergine seduta con il Bambino in braccio. L’opera risale al ‘600 napoletano ed è composta di materiali misti tra cui carta pesta, sughero e gesso. Dietro questo altare si trova la sacrestia di fattura seicentesca con una pittoresca finestrella che si apre sui faraglioni.

Il secondo altare è in muratura sormontato da un dipinto rappresentante San Domenico, testimonianza questa che qui hanno dimorato i Frati Dominicani tra il 1600 e il 1700. A questo proposito non si è in grado di chiarire se vi siano stati prima i frati dominicani o quelli francescani.

Secondo il grande archeologo Amedeo Maiuri la chiesa risalirebbe alla prima metà del 1300. In seguito, nel 1500 grazie ad un lascito fu restaurata ed ampliata con ciò che oggi sono il refettorio, la cucina e le celle.

Nel 1983 l’artista Domenico Gentile, noto ceramista anacaprese, fece dono alla chiesa della maiolica che sovrasta l’ingresso della chiesa, raffigurante il voto della Beata Vergine con sullo sfondo l’Eremo.

Attualmente la maiolica non è più presente: è stata rimossa poichè ritenuta un’opera ‘moderna’ non in linea con lo stile della chiesa e per questo non da esporre in facciata. L’opera è stata riconsegnata agli eredi dell’artista ed è possibile ancora vederla passando dinanzi alla casa della figlia dell’autore.

Oggi

La chiesa è consacrata e durante l’anno vi si svolgono celebrazioni. Vi si fa il ritiro per i bambini di prima comunione; ci sono gli incontri dei vari gruppi della parrocchia; una giornata di preghiera con tutti i gruppi dell’isola nel mese di luglio; il 10 agosto vi si celebra la S.S. Messa per i turisti. Nel mese di settembre, poi, si festeggia la natività della vergine: l’otto di questo mese con celebrazioni al mattino ed al pomeriggio, e per tutte le domeniche del mese c’è una S.S. Messa al mattino presto. Appuntamento questo a cui accorrono sempre molti fedeli, tanto da riempire la chiesa e lo spazio esterno. A metà mese di ottobre, viene celebrata la S.S. Messa dei Pescatori dell’isola.

Durante l’anno, inoltre, la chiesa offre ospitalità a gruppi di Boy Scout, accompagnati da un assistente spirituale. Naturalmente questo può essere fatto previo accordo con il Parroco di Anacapri ed il custode dell’Eremo.